L'ANAC- Associazione Nazionale Autori Cinematografici - che a luglio aveva accolto positivamente la proposta di riforma organica della  legge cinema prevista dal ddl Di Giorgi/Zavoli, giudica positivamente il fermento istituzionale che ha portato giovedi' sul tavolo del consiglio dei Ministri  il cosidetto "schema di ddl"  Franceschini  che recepisce  tre dei quattro principi contenuti in una lettera/appello firmata da oltre 100 professionisti del cinema tra i quali Tornatore, Sorrentino e Bertolucci: ovvero il prelievo di scopo, la trasparenza e le sanzioni proporzionate alla trasgressione.

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Il ddl del Governo, che dovra' necessariamente integrarsi con quello del Senato (si stanno concludendo in questi giorni le audizioni delle categorie presso la VII commissione), rappresenta una garanzia per una più  rapida approvazione della legge e soprattutto per la disponibilità delle risorse che sono riferite al collegato della legge di stabilità.

Tuttavia l'ANAC chiede che la costituzione del Centro Nazionale del Cinema e delle Espressioni Audiovisive (CNCEA) sia reinserito nell'impianto normativo e considera fondamentale anche la

riduzione dei componenti dell’organo di governo del "Centro” da 11 a 5 la cui nomina, al fine di garantirne l'autonomia dalla politica, deve essere fatta sulla base di una rosa di nomi proposti dalle categorie interessate.

L'ANAC ritiene inoltre fondamentali i seguenti emendamenti:

1) Applicazione del prelievo modulato in proporzione alle diverse forme di sfruttamento delle opere cinematografiche e dei prodotti audiovisivi (OTT, editori e distributori di servizi televisivi, sale...) tale da determinare le risorse annue del CNCEA in misura non inferiori ai 500 milioni di euro e nelle quali dovranno essere compresi  i costi di gestione del lo stesso  CNCEA.

2) Organizzazione all'interno del CNCEA di diverse direzioni che operino per il raggiungimento di quegli obiettivi che la legge attribuisce al Centro. In particolare, oltre alla direzione del Cinema, anche una preposta all'Audiovisivo con specifiche competenze e adeguate risorse per garantire al settore autonomia rispetto ai broadcast.

3) Equa distribuzione delle risorse a sostegno delle diverse attività del settore del cinema e dell’audiovisivo e ripartizione in pari misura dei sostegni automatici e selettivi. I primi destinati ai film e alle attività a più alta redditività, i secondi ai film e alle attività difficili.

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