L’ Associazione Nazionale Autori Cinematografici e il Premio Carlo Lizzani considerano di estrema gravità la chiusura della storica sala cinematografica Odeon, avvenuta pochi giorni fa a Milano, ed esprimono la più assoluta contrarietà per l’assenza di reazioni (fatta salva qualche rara eccezione) da parte del settore e delle Istituzioni.
 
È inaccettabile che Milano, la città dove si sono concentrati nel dopo-Brexit i maggiori investimenti di capitali rilanciando imprenditoria, commercio, edilizia e finanza, rimanga indifferente alla perdita di un luogo di cultura, arte e spettacolo, e sia disposta a rinunciare ad uno tra i più rappresentativi monumenti dell’arte Liberty italiana, vedendolo trasformare in un ulteriore centro commerciale a due passi dal Duomo. Nella città in cui la lirica ha la sua massima celebrazione in un luogo simbolo internazionalmente riconosciuto come la Scala, l’Odeon, costruito nel 1929, dovrebbe avere la stessa funzione per la settima arte diventando la più magnifica casa del cinema europeo.
 
Oltre a fondi UE, ulteriori risorse per il salvataggio dell’Odeon, che ha visto sfilare sul red carpet star internazionali, come Meryl Streep, Timothée Chalamet, Steven Spielberg, Tom Hanks, dovrebbero essere stanziate costituendo un fondo per il sostegno alle sale storiche in difficoltà, alimentato con risorse provenienti da una tassa di scopo a cui assoggettare le piattaforme. Gli stravolgimenti determinati al sistema distributivo e di esercizio da parte dei nuovi player richiederebbero, infatti, forme compensative rivolte agli schermi che hanno rappresentato il ‘900.
05/08/2023 - ANACronista
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