L’ Associazione Nazionale Autori Cinematografici, che da sempre invoca l’attuazione di un’equa fiscalità alle OTT e più recentemente ha rivolto un appello al mondo dell’audiovisivo affinché si impegni in una battaglia comune per applicare alle società del web, compresa Netflix,  le stesse regole fiscali alle  quali sono sottoposte tutte le impresa italiane, accoglie con favore la norma inserita nella legge di bilancio che prevede di tassare al 3% gli utili dei big della rete che attualmente possono contare su trattamenti fiscali troppo favorevoli.  Nel 2017 le sei principali società leader, quali Google, Amazon, Facebook, AirB&B, Twitter e Booking, tutte insieme, hanno versato al fisco italiano la risibile cifra di 15 milioni di euro, mentre ogni anno gli autori italiani tramite la Siae pagano all’erario oltre 250 milioni. 

L’Italia si allinea al dispositivo contenuto nella nuova direttiva europea sui Servizi Media Audiovisivi on line per il quale gli Stati membri possono applicare prelievi fiscali alle OTT che utilizzino prodotti audiovisivi e opere dell’ingegno al fine di reinvestirli nelle relative industrie nazionali.

In tal senso l’Anac chiede che una parte delle risorse derivate dal prelievo del 3% alle OTT (inserito in queste ore nella legge di stabilità) siano prioritariamente destinate ad integrare il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo, istituito dalla legge n.220 all’art 13. Fin dall’approvazione della Legge Franceschini, l’Anac ha rilevato, infatti, che le risorse a disposizione non sono sufficienti per sostenere il settore, dal momento che la riforma ha raddoppiato i fruitori (tra i quali i produttori di serie TV, web series, videogiochi etc.), ma non le risorse. 

A questo punto sembrano essere maturi i tempi anche per emendare l’art. 13 n.2 della stessa legge che fa derivare le coperture finanziarie del Fondo di 400 milioni dal versamento dell’ 11% delle entrate  provenienti dall’ IRES  e  IVA  delle società di   distribuzione cinematografica  di  video  e  di  programmi  televisivi,  di proiezione cinematografica, di programmazioni e trasmissioni televisive, di erogazione di  servizi  di  accesso   a   internet,   di telecomunicazioni   fisse, di telecomunicazioni mobili. Inspiegabilmente, erano escluse dall’ elenco le entrate provenienti dall’11% dell’IRES e IVA delle OTT, ma ora si dovranno includere nella norma grazie a un apposito emendamento.

21 dicembre 2018
 

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