Il mondo dello spettacolo: dal governo un colpo mortale a spettacolo e cinema
L’industria dello spettacolo esclusa dai provvedimenti anticrisi. Mobilitazione del settore
Mentre si accinge ad ospitare il G8, presentando l'Italia come il paese della cultura e dell'arte, il Governo assesta un colpo micidiale alla cultura e all'arte italiane. E’ questa la denuncia di Agis, Anica, Anac, 100Autori che evidenziano che il Consiglio dei Ministri si è rifiutato di adottare il decreto di parziale reintegro del pesante taglio al Fus, Fondo unico dello spettacolo, che avrebbe consentito una sopravvivenza minima delle attività culturali (teatro, cinema, danza, opera, musica, circhi e spettacoli viaggianti), pur restando l'investimento pubblico complessivo dell'Italia il più basso fra quelli dei paesi sviluppati. Dall’inizio dell’anno sono stati adottati diversi provvedimenti a sostegno delle imprese in molti settori ma nessuno nello spettacolo, ignorandone non solo il ruolo di innovazione e creazione, cruciale in una società avanzata, ma persino il fondamentale rilievo in termini imprenditoriali e sopratutto occupazionali, mettendo in ginocchio migliaia di imprese e a repentaglio il futuro di 200 mila lavoratori del settore.
Mentre il Governo si vanta di mantenere gli impegni, in questo caso smentisce i suoi stessi rappresentanti di fronte al mondo della cultura e allo stesso Presidente della Repubblica. Perché solenne è stato l'impegno a reintegrare i fondi per le attività culturali preso dal ministro Bondi e dal sottosegretario Letta durante la cerimonia di presentazione dei David di Donatello al Quirinale. Talmente solenne da riscuotere l'approvazione del Presidente Napolitano. Altrettanto impegnative le dichiarazioni del sottosegretario Giro alle Giornate del Teatro di Napoli, sul reintegro del Fus e sulla urgente definizione di una riforma dello spettacolo.
Di fronte a tale prova di ostentato disinteresse per la cultura e smentendo gli stessi membri del Governo, che delle Politiche culturali sono i responsabili, di fronte alla perdita della credibilità da parte degli interlocutori istituzionali, il mondo delle attività culturali condurrà una campagna di denuncia e di mobilitazione per far conoscere la grave situazione e far valere le sue istanze.
Il cinema, la musica, la danza, l'opera, il teatro, i circhi, gli spettacoli viaggianti italiani producono eccellenze riconosciute internazionalmente e sono parte della cultura mondiale: la loro messa in crisi non è solo un problema nazionale. Per questo motivo – concludono Agis, Anica, Anac e 100Autori - il terreno delle iniziative di denuncia e di immediata mobilitazione delle associazioni che rappresentano le attività culturali avrà la più vasta dimensione internazionale.