OLTRE MILLE AUTORI ED EDITORI ITALIANI NELLA LETTERA APERTA PER IL MANCATO RISPETTO DEL DIRITTO D’AUTORE DA PARTE DI SKY
Sono oltre mille i firmatari della lettera aperta con cui autori ed editori denunciano il mancato rispetto del diritto d’autore da parte di Sky, che dal primo luglio 2017 rifiuta il rinnovo degli accordi di licenza in Italia, pur continuando ad utilizzare sui propri canali i repertori audiovisivi e musicali tutelati.
Fra loro ci sono quattro Premi Oscar - Bernardo Bertolucci, Ennio Morricone, Nicola Piovani e Gabriele Salvatores - ma anche tantissimi altri nomi noti del mondo del cinema, del teatro, della musica e del mondo radiotelevisivo, altrettanti emergenti e startup, tutti uniti a difesa della creatività italiana con un messaggio forte e chiaro: #Giùlemani dal diritto d’Autore.
Uniti per difendere il loro diritto del lavoro e la loro casa, SIAE, che tutela le loro opere, gli autori e gli editori hanno lanciato l’iniziativa dopo il mancato pagamento del diritto d’autore da parte di Sky che da più di 9 mesi ignora i solleciti e gli inviti di SIAE ad un tavolo di confronto per il rinnovo delle licenze.
In altri paesi europei Sky rispetta il diritto d’autore, mentre ha apertamente disconosciuto anche gli accordi sottoscritti con SIAE nel 2014 - nonostante la reciproca soddisfazione manifestata pubblicamente in tale occasione - e pochi giorni fa ha effettuato pagamenti a SIAE strumentali e inefficaci, pertanto respinti.
GIU’ LE MANI DAL DIRITTO D’AUTORE
Gli autori italiani stanno assistendo sbalorditi ad un attacco contro i loro diritti.
Da mesi Sky ha deciso di utilizzare i contenuti creativi frutto del nostro lavoro senza più corrispondere alcuna remunerazione per il loro sfruttamento, come invece prevede la legge sul diritto d’autore e sull’equo compenso. Non solo. Abbiamo appreso anche che questa emittente sta cercando di utilizzare un’istruttoria contro la Siae, pendente da un anno presso l’Antitrust, per cercare di dare una sorta di legittimazione al suo comportamento contrario al diritto d’autore.
Sarebbe grave se l’antitrust aderisse ad un disegno che punta ad azzerare un diritto acquisito che garantisce la libertà degli autori, per favorire gli interessi di gruppi internazionali che cercano di scardinare alcuni principi fondanti dell’Unione europea: e cioè che “la creazione artistica e letteraria, compreso il settore audiovisivo” non sono oggetto di semplificazioni e armonizzazioni forzate, così come vanno tutelate la diversità culturale e il diritto degli autori ed editori italiani di scegliere liberamente se affidare le proprie opere all’estero o gestirle dall’Italia per le utilizzazioni sul territorio nazionale.
Se questa strategia dovesse passare, assisteremmo alla incredibile affermazione del paradosso per cui pagando meno autori ed editori si otterrebbe un aumento della produzione culturale. Un insulto per tutti coloro i quali hanno contribuito a portare l’industria culturale al terzo posto nella nostra economia. Un’industria sana e realmente italiana, che è parte fondamentale della storia del nostro Paese e di quella ripresa economica di cui oggi tutti vogliono prendersi il merito.
Il diritto d’autore è un diritto del lavoro. Non è merce di scambio per garantire profitti miliardari a chi rifiuta di restituire agli autori quanto stabilito dalla legge.