Dal 7 all'11 gennaio al cinema Trevi, "Finale aperto. Il cinema di Ugo Gregoretti".
Giovedì 8 gennaio alle ore 21.00 ncontro moderato da Emiliano Morreale con Ugo Gregoretti
Regista e attore televisivo, cinematografico e teatrale italiano ha sperimentato con i diversi linguaggi. Fin dalle prime fortunate trasmissioni televisive, all'inizio degli anni Sessanta, si rivelò attento e ironico osservatore di costume. L'inclinazione alla satira, unita alla sensibilità per le tematiche politiche e sociali, è la caratteristica principale dei suoi film e dei suoi documentari. Rubando il titolo a una sua celebre autobiografia, ogni suo lavoro è da considerarsi sempre come un finale aperto, nel suo essere multitasking, aperto alle contaminazioni linguistiche, senza mai un The End, ma, piuttosto, un'ideale continuity. Alla richiesta di darsi una definizione di sé, Gregoretti rispose: «Un pluralista. Si è tali se si è pluralista dentro. Vengo da una famiglia borghese. Sono stato educato per tredici anni dai gesuiti, in una fase successiva mi sono formato nell'area crociana […]. Nel 1968-69 - attraverso le mie esperienze di cinema militante - ho scoperto il movimento dei lavoratori, le lotte sindacali. Da queste esperienze è partita la mia inclinazione verso l'area politica di sinistra. In me convivono un'anima cristiana insieme a una liberale, a una comunista, a una laica. Tutto sommato sono contento di non aver buttato mai nulla» (da Giuseppe Blasi, Televisione e regia. Conversazione con Ugo Gregoretti, Guida, 1985, p. 69).
Rassegna in collaborazione con l'Archivio del Movimento Operaio e Democratico
Per maggiori informazioni sul programmma http://www.fondazionecsc.it/news.jsp?ID_NEWS=2359&areaNews=8>emplate=default.jsp