In un momento difficile come questo per il nostro cinema e considerato che non siamo riusciti ad ottenere dai governi precedenti una nuova legge nazionale, ci troviamo ad attribuire alla legislazione regionale un'importanza tutta particolare.
In questo contesto caratterizzato dalla crisi economica e dalla scarsità di risorse la Regione Lazio si trova ora ad affrontare una serie di nodi e di scelte che caratterizzeranno il suo intervento.
L’intervento pubblico regionale può essere orientato sostanzialmente secondo due direttive principali: la creazione e il sostegno di un valido distretto del Cinema e dell’audiovisivo mettendo in campo una politica di ampio respiro culturale e industriale. E quindi, in questa logica, sviluppare ed escogitare le misure adeguate ad assicurare ai vari operatori, a tutti i livelli, le facilitazioni finanziarie che permettano di fare il lavoro e di attrarre lavoro.
L’altra azione fondamentale che caratterizza fortemente l’intervento pubblico è quella di finanziare la cultura e la ricerca.
Sostenere quindi il pluralismo produttivo, la ricerca, la qualità cinematografica.
L'ANAC ha sempre sostenuto che la forza del cinema italiano risiede soprattutto nella qualità e nell'originalità dei suoi film: fuori dalle cosiddette "logiche di mercato", infatti, il cinema italiano si è affermato nel mondo per le sue qualità professionali e artistiche espresse da grandi personalità di autori che una politica produttiva intelligente aveva saputo far emergere, fare esprimere e valorizzare. Noi riteniamo che anche oggi serva una filosofia basata sulla qualità e sulla creatività delle nostre forze sia imprenditoriali che artistiche.
Noi vogliamo avviare una collaborazione con questo assessorato e con tutte le organizzazioni professionali interessate per individuare le vie migliori per una politica oculata che eviti di sperperare in mille rivoli risorse pubbliche importanti.
Quello che vogliamo ribadire è che l'intervento dello Stato non può essere - a maggior ragione oggi - a pioggia ma deve essere il risultato di precise scelte di politica culturale.
La collaborazione che intendiamo avviare sarà ad ampio spettro: riguarderà le normative, le strutture, i luoghi della cultura.
Per quanto riguarda le normative noi crediamo che questa legge sia ampiamente insufficiente e che quindi occorra una nuova legge regionale che sia davvero utile a un rilancio del nostro cinema.
E quindi nell’ambito della collaborazione ad ampio spettro va costituito un comitato permanente composto dalle forze sociali professionali e culturali della regione che affianchi l'assessorato nell'individuazione sia dei principi di fondo che dei meccanismi attuativi.
Ci rendiamo conto tuttavia che i tempi di una nuova legge non sono comunque brevi e dunque è intanto indispensabile valutare quali sono i punti negativi e da correggere rapidamente della legge regionale attualmente vigente e i possibili miglioramenti:
1. Il Centro regionale per il cinema e l'audiovisivo.
Mentre a livello nazionale è un punto giusto e necessario, per il livello regionale invece la creazione di un ente pubblico finirebbe da un lato per trasformarsi in carrozzone burocratico e dall'altro per assorbire una parte cospicua delle poche risorse disponibili per il cinema.
Quindi va eliminato il capitolo IV che norma il centro regionale e va eliminata la norma che rende possibile alla regione di creare o far parte di società esterne. Elemento che rende concreto il rischio che la gestione di fondi e risorse pubbliche sia privatizzata.
Al posto del centro andrebbe individuata un unico punto di riferimento all’interno dell’Assessorato – creata, ad esempio, una Direzione Cinema e uno sportello unico.
2. Dare reale forza e impulso alla concertazione.
Come abbiamo detto: l'assessorato deve essere affiancato da un comitato permanente composto dai rappresentati delle associazioni professionali degli autori, dei produttori, dei distributori e degli esercenti insieme alle forze sociali e culturali della regione.
3. Criteri di assegnazione dei fondi.
Il comitato permanente deve avere come compito immediato di avviare la programmazione per quest’anno e cominciare a individuare le forme per il programma triennale.
a) Oltre all'erogazione di servizi, la regione deve sostenere la produzione indipendente mediante forme di cofinanziamento, finanziamento, prestiti a tasso agevolato, forme di anticipazione di contratti. Il finanziamento deve riguardare tutto il processo creativo e produttivo con particolare riferimento ai film a basso costo, al cinema d'autore e alle giovani generazioni.
L’attuale forma di finanziamento è dovuta non solo alla legge ma ad una diversa delibera e risponde alla logica di un intervento per favorire il lavoro nel Lazio.
Occorre superare questa logica e quindi individuare fondi certi specifici per favorire l’ideazione, la produzione, per promuovere e sostenere la distribuzione di cinematografia di qualità, di ricerca, che promuova la conoscenza. Fondi non erogati in conto capitale ma in anticipo con procedure agili.
b) Sostegno regionale alle monosale, alle "sale di città", alle sale d'essai e alle sale dell'associazionismo culturale, anche attraverso un fondo destinato al recupero e alla riconversione di spazi pubblici inutilizzati. Politiche economiche che facilitino l'accesso alla fruizione del cinema nelle sale.
Va creato un fondo per la digitalizzazione delle sale.
5. Ammortizzatori sociali per i lavoratori del cinema e dell'audiovisivo,
6. Rielaborare tutto ciò che riguarda le politiche regionali per la formazione professionale.
I fondi
Attualmente i fondi indicati dalla legge in vigore (15 milioni essenzialmente in conto capitale) sono divisi tra cinema e fiction televisiva: 10 milioni al primo, 5 milioni al secondo.
Noi crediamo che questo sia un errore.
Vista la carenza delle risorse è necessaria una decisione su cosa si vuole fare se si vuole realmente incidere nella realtà.
Vogliamo rilevare che la tv italiana è incentrata massimamente su un duopolio e vive una situazione normativa dove i diritti sono sequestrati. (i produttori sono costretti a cedere i diritti derivati).
La produzione è stabilita essenzialmente dai network (in particolare Rai e Mediaset).
La fiction gode già di robusti finanziamenti pubblici e, una volta prodotta, ha il suo canale distributivo assicurato.
Visti tutti questi elementi chiediamo che i 5 milioni siano utilizzati per il cinema e vadano in particolar modo a sostenere la produzione e la distribuzione di cinema indipendente.
Per quanto riguarda gli altri temi di importanza per il settore nella Regione Lazio, indichiamo subito due argomenti: Cinecittà e il Festival del film di Roma
Appare evidente che la Regione deve inquadrare Cinecittà tra le sue priorità e avviare un ampia concertazione che la veda coinvolta con le istituzioni dello Stato e del comune insieme alle associazioni del settore.
In particolare teniamo che la gestione di “Cinecittà studios” torni ad esseri pubblica. Riteniamo che l’efficacia della privatizzazione e la sua reale rispondenza verso gli obiettivi dichiarati di rilancio sia venuta meno e quindi occorra operare una decisa inversione di marcia.
Per quanto riguarda il Festival del film: da tempo si cerca inutilmente di dare un’anima, un profilo, un’identità riconoscibile a questo evento.
Noi da tempo abbiamo avanzato la proposta di farlo diventare un momento importante per il rilancio del cinema indipendente.
La proposta deve essere legata all’avvio di un’attività permanente che abbia nel festival il suo centro di avvio, di sviluppo e di approdo come vetrina internazionale.
Questa attività permanente si dovrebbe sviluppare nei diversi centri culturali (le sale cittadine, nei centri culturali attualmente gestiti da Zetema, nelle biblioteche).
Queste attività avrebbero anche lo scopo nel tempo di far radicare un vero e proprio circuito alternativo.
Roma, 5 giugno 2013