In merito all’annunciata volontà dell’attuale gruppo dirigente di Cinecittà holding di “incorporare”  nella holding Filmitalia e Luce, l’ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici)  ritiene di dover esprimere una serie di considerazioni:
1)      Non si riesce a comprendere come mai - nel momento in cui l’azionista della holding, il Ministero dei Beni e delle attività culturali, dichiara imminente l’inizio dell’iter legislativo di una legge di sistema per la cinematografia, legge di sistema che prevede, in tutti i progetti depositati in Parlamento, la creazione di un nuova e diversa presenza pubblica, sulla cui natura, compiti e funzioni è aperto il dibattito - non si riesce, appunto, a comprendere, il senso di questo tentativo di piccola  auto-riforma.
Si tratta di sfiducia da parte dell’attuale dirigenza della holding nelle capacità del    Parlamento di portare avanti una legge di sistema o piuttosto di una volontà di prendere   posizioni e precostituire uno stato di fatto in grado di condizionare le future scelte del   Parlamento?
2)      Il gruppo cinematografico pubblico è nato e trae la sua stessa ragione d’essere, ci sembra quanto mai opportuno ricordarlo, dall’esigenza di costituire un polo diverso e diversificato rispetto alle fisiologiche dinamiche del mercato. E tutto ciò quando ancora esisteva un mercato. Oggi che il mercato è ridotto ad un duopolio – il quale, nelle scelte operative, diventa, di fatto, un monopolio - quell’esigenza di diversificazione diviene una necessità vitale. Ragione per cui ci sarebbe semmai bisogno di una moltiplicazione di momenti di interlocuzione e in particolare mantenere il Luce come terzo polo fondamentale di distribuzione del cinema italiano. 
3)      Per gli stessi motivi siamo in totale disaccordo con le dichiarazioni del Presidente del Luce quando afferma che il compito principale dell’Istituto sarebbe quello di “conservare e potenziare il suo storico archivio” aggiungendo poi che “i compiti cinematografici del Luce sono assai limitati e riguardano la diffusione delle opere prime e seconde”.
A parte le precise indicazioni dell’attuale Ministro nella sua lettera di indirizzo, c’è da ricordare che quando furono accorpate le Società Istituto Luce e Italnoleggio cinematografico, la nuova Società - il Luce - assunse in sé i compiti delle due precedenti Società, o almeno così ci fu assicurato nel momento di quell’altro ”incorporamento”. E i compiti dell’Italnoleggio non potevano certo essere definiti come “compiti cinematografici assai limitati” né, tantomeno, potevano riguardare esclusivamente “la diffusione delle opere prime e seconde” (classificazione, quest’ultima, che sostuisce arbitrariamente un criterio qualitativo con un ineffabile criterio cronologico). Anche allora la motivazione dell’accorpamento fu quella di “razionalizzare e ottenere significativi risparmi di spese”. Razionalizzazione e risparmi di cui non c’è poi stata traccia.
                  

 

09/11/2007 - Comunicati Stampa
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