In una situazione generale estremamente grave dove, in assenza di normative e leggi di sistema, tutte le attività artistiche e culturali sopravvivono con grandi difficoltà, nel campo del cinema e dello spettacolo sono state compiute due operazioni inaccettabili e pericolose.

La prima consiste in una sorta di colpo di mano compiuto a Cinecittà holding dove si è provveduto ad alcuni cambiamenti radicali di assetto senza alcuna consultazione con le organizzazioni degli autori, dei produttori, dei sindacati di categoria ma anche senza l’elementare trasparenza in uso in un paese democratico. Sono state così assorbite il Luce e Film Italia nella prospettiva di un ulteriore “sposalizio” con il Centro Sperimentale di Cinematografia e la Direzione cinema del Ministero. Si delinea dunque, di fatto, la costituzione di un’agenzia generale legata al governo che andrebbe a sostituire il progetto di costituzione di quel Centro nazionale per il cinema di carattere  pubblico, democratico, indipendente e autonomo cui lavorano da anni le forze politiche e cinematografiche. Estremamente significativo, a riguardo, che alla gestione di questa nuova struttura non siano stati chiamati i rappresentanti delle categorie creative e produttive del cinema italiano ma, insieme a un presidente e a un amministratore delegato di indubbia e riconosciuta competenza, tre sconosciuti assolutamente lontani dal cinema ma, si suppone, vicini al Ministro e alla maggioranza politica di cui fa parte.

Contemporaneamente si è tagliato il FUS di 100 milioni di euro rispetto all’anno passato, corrispondenti, in termini reali, a un terzo della ripartizione del 1987. Questo malgrado tutte le garanzie e le assicurazione dateci dal Ministro che ancora pochi mesi fa e reiteratamente si era impegnato al reintegro del FUS ai livelli del 2008. Non è un caso che nel corso dell’ultima riunione della Consulta dello spettacolo presso il Ministero per le attività e i beni culturali, su proposta del nostro rappresentante e vicepresidente Nino Russo, tutte le categorie presenti con le loro delegazioni abbiano votato unanimemente contro la ripartizione del Fondo proposta dal governo. Come sottolineato da Russo in quella sede, è stata inoltre estremamente significativa e grave l’assenza del Ministro in carica: “non si era mai verificato nella storia di questa consulta e anche per questo invito tutti i presenti a votare contro il piano di riparto del FUS rifiutando un metodo che somiglia tanto alla pratica di chiedere ai condannati a morte di scavarsi la fossa prima dell’esecuzione”.

Come anche l’ AGIS ha fermissimamente affermato, infatti, i tagli al FUS disposti dal governo “scardinerebbero tutto il nostro sistema spettacolo”. E, al suo interno, distruggerebbero  l’intero cinema italiano.

02/02/2009 - Comunicati Stampa / Documenti
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