PER LA DIFESA DELL’INDUSTRIA AUDIOVISIVA IN ITALIA 

In tutti i paesi del mondo occidentale l’industria dell’audiovisivo è considerata una formidabile risorsa strategica per l’economia e la cultura.

La produzione di fiction, di cinema e di documentario genera enorme ricchezza, crea migliaia di posti di lavoro altamente qualificati e incide in modo determinante nell’elaborazione dei valori fondativi della comunità.

La capacità di produrre narrazione audiovisiva corrisponde alla capacità di un paese di raccontarsi  e comprendersi. Premessa necessaria al dialogo democratico tra i popoli e le nazioni.

Per questo la Comunità Europea invita gli Stati membri a programmare politiche economiche destinate allo sviluppo del settore audiovisivo.

 

Un invito che il Governo Italiano ha ora deciso di disattendere.

 

Il decreto legislativo che le commissioni di Camera e Senato si apprestano ad approvare, svela l’intenzione di questo governo di indebolire l’industria della produzione audiovisiva indipendente italiana.

 

I produttori, gli autori e i lavoratori del settore audiovisivo chiedono:

 

-         Che sia reintrodotta la norma che prevede l’attribuzione ai produttori indipendenti dei diritti residuali, condizioni minima necessaria allo sviluppo di un mercato dell’audiovisivo libero ed efficiente.

 

-         Che siano reintegrate le quote di programmazione di prodotto audiovisivo europeo indipendente “recente” nelle fasce di massimo ascolto del palinsesto televisivo.

 

-         Che siano immediatamente reintegrate le quote di investimento riservate al cinema e al documentario italiano.

 

-         Chiedono inoltre che venga al più presto aperto un tavolo di confronto tra il Governo, le associazioni di autori e produttori e i sindacati che porti a una riforma ampia e condivisa del sistema audiovisivo nello spirito delle indicazioni comunitarie.

 

Le associazioni dei produttori, degli autori e i sindacati convocano per Martedì 19 gennaio presidi di protesta di fronte alle sedi RAI, Mediaset e Sky per affermare con forza la loro opposizione a una norma che umilia un settore decisivo per l’economia e la cultura del nostro paese e mette a rischio decine di migliaia di posti di lavoro.

 

100autori (Associazione dell’autorialità cinetelevisiva)

ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici)

APT (Associazione Produttori televisivi)

ART (Associazione Registi Televisivi)

SACT (Scrittori Associati di Cinema e Televisivone)

SAI (Sindacato Attori Italiani)

SLC-CGIL (Sindacato Lavoratori della Comunicazione)

15/01/2010 - Comunicati Stampa
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