L’Associazione Nazionale Autori Cinematografici - che nella fase iniziale del dibattito sulla nuova legge del cinema e dell’ audiovisivo promosse un documento firmato da oltre quaranta dei principali autori del cinema italiano nel quale si chiedeva al Ministro Dario Franceschini di prendere a modello della riforma la legislazione francese - non può che esprimere la massima soddisfazione per quanto dichiarato dallo stesso Franceschini giovedì scorso alla giornalista Gruber riguardo all’innalzamento delle quote d’investimento obbligatorio in opere europee e italiane da parte delle emittenti.
“Il sistema francese”, ha detto il Ministro, ”ha difeso fortemente le produzioni di fiction e di cinema con delle quote…. Io ho preso la norma francese e l’ho tradotta in italiano e l’ho messa sul tavolo per discutere. Quella norma prevede che il 60% della programmazione debba essere dedicata a opere europee di cui il 40% nazionali.”
Promuovere le opere europee e italiane da parte dei fornitori di servizi media è innanzitutto un obiettivo strategico europeo e le norme che ne definiscono l’ambito esistono non solo in Francia ma anche in altri paesi dell’Unione. La nuova legge sul cinema, approvata il 14 novembre 2016, che istituisce il fondo di sostegno per il Cinema e l’Audiovisivo pari ad almeno 400 milioni annui, all’ art 34 prevede anche che il governo riformi e razionalizzi gli strumenti e le procedure in materia di promozione delle opere italiane ed europee da parte degli stessi fornitori di servizi di media audiovisivi, sia lineari sia non lineari.
Appare logico che, se da una parte lo Stato assegna risorse, in parte anche alle stesse emittenti, per produrre cinema e audiovisivo italiano, dall’altra inserisca in questo circolo virtuoso il sistema dei fornitori di servizi media audiovisivi. Se così non fosse l’intero impianto della riforma crollerebbe, vale a dire si verificherebbe il paradosso di garantire una maggiore produzione di cinema e fiction tv nazionale che non troverebbe sbocco e visibilità sulle reti e gli altri canali di diffusione. In tal senso vanno a anche previste per i trasgressori sanzioni certe e progressive che possano arrivare fino alla sospensione della licenza.
L’Associazione Nazionale Autori Cinematografici chiede a tutto il settore di condividere il presente appello rivolto al Presidente del Consiglio on. Paolo Gentiloni, al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali on. Dario Franceschini, al Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, a tutto il Governo, alla vice Presidente del Senato e relatrice della legge del Cinema e dell’Audiovisivo, Sen. Rosa Maria Di Giorgi, ai Presidenti della 7° Commissione della Camera e del Senato, On. Flavia Piccoli Nardelli e Sen. Andrea Marcucci e a tutte le forze parlamentari che hanno votato la legge n.220 del 2016 affinché il decreto, con la sua fondamentale spinta riformatrice contenuta in particolare nelle percentuali di programmazione del 60% per le opere europee di cui il 40% nazionali che migliorano la stessa legge, sia presentato e approvato in tempi brevissimi dal Consiglio dei Ministri .