Dopo i gruppi regionali già attivi in Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Campania e Sardegna, l’Associazione Nazionale degli Autori Cinematografici, ha istituito una sede lucana a Potenza e ha nominato referente regionale il regista Antonello Faretta. ANAC continua così a rafforzare le proprie azioni di rappresentanza dei registi e degli sceneggiatori italiani anche nelle specificità dei singoli territori.
“L’apertura di una sede lucana dell’Anac rientra alla progettualità che l’associazione ha avviato per celebrare i suoi 70 anni” dichiara il presidente Ranieri Martinotti ” Nel corso del 2022 abbiamo previsto tra l’altro diverse proiezioni del documentario L’onda lunga. Storia straordinaria di un’associazione nei festival estivi, il 23 giugno saremo a Pesaro e il 17 luglio a Gorizia. Stiamo realizzando anche una mostra di fotografie e documenti tratti dal nostro archivio storico che sarà inaugurata al Lido di Venezia a settembre e che contiamo di portare anche in Basilicata.”
Antonello Faretta, regista, sceneggiatore e produttore, vive e lavora tra la Basilicata e Roma. Nel 2000 fonda lo studio di produzione Noeltan Film con cui realizza le proprie opere e quelle di altri autori tra lungometraggi, cortometraggi, documentari, video installazioni e virtual reality. Insegna Regia e Installazioni Multimediali al NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Roma e collabora con la cattedra Unesco di Matera dell’Università degli Studi della Basilicata.
“Desidero ringraziare l’ANAC per la fiducia accordatami - dichiara Antonello Faretta. La storia dell’ANAC è ricchissima e tra i suoi soci annovera alcune tra le figure più rivoluzionarie del cinema italiano, come Cesare Zavattini e Pier Paolo Pasolini - per citarne alcuni - che proprio in Basilicata ha girato forse il suo film più importante, Il Vangelo Secondo Matteo. È lo stesso lascito culturale dello scrittore cineasta friulano che deve spingerci oggi più di ieri, a mettere al centro del dibattito pubblico e soprattutto delle scelte politiche i diritti, le libertà e la pluralità di espressione. Il cinema deve tornare a rappresentare un'esperienza plurale dello sguardo, soprattutto per le nuove generazioni che vivono e si formano nei territori.”