L'Istituto Luce Cinecittà presenta il nuovo portale web dell'Archivio Luce www.archivioluce.com
Un portale aperto a tutti, migliaia di filmati e foto in alta definizione, una nuova sezione redazionale con aggiornamenti quotidiani, playlist personalizzate, le chicche d’archivio e l’attualità.

In quella eccezionale geografia del sapere che è la cultura italiana, l’Archivio storico dell’Istituto Luce occupa lo spazio simbolico di una montagna, o di una preziosa miniera. Metafore che nascono dalla sua lunga storia, e dalla vastità impressionante del suo patrimonio, non per caso entrato con i suoi Cinegiornali tra i beni tutelati dal prestigioso Registro ‘Memory of the World’ dell’UNESCO – unico tra gli archivi audiovisivi del nostro Paese.

Istituto Luce Cinecittà, nato nel 1924, dopo oltre 90 anni di storia, svolte, cambiamenti, paralleli e talvolta sovrapposti a quelli dell’Italia, conserva nel suo Archivio qualcosa come 90.000 filmati, per migliaia di ore e milioni di metri di pellicola, dagli anni ‘10 agli anni Novanta, e oltre 3 milioni di fotografie che arrivano al 2000. Dentro questa montagna - o miniera - di immagini, c’è il nostro Paese, il suo passato, e come si è rappresentato e proiettato nel futuro. Ci sono la Storia, la politica, la società, la cultura, le Arti, tanto cinema, il costume, la realtà italiana e i suoi sogni. Il nostro immaginario.

Da oggi questo patrimonio unico è ancora di più a disposizione dei cittadini, con un clic. Grazie al nuovo Portale dell’Archivio Luce, che debutta on line in questo 2018, proclamato Anno Europeo del Patrimonio Culturale.

L’Archivio Luce è stato storicamente al passo con l’innovazione tecnologica. È stato il primo archivio audiovisivo italiano ad essere interamente digitalizzato, dal 1999. Nel 2012 una porzione considerevole è stata condivisa su YouTube, un passo decisivo verso il pubblico più giovane. In questi anni l’Archivio è stato una piattaforma fondamentale per il lavoro di storici, ricercatori, autori di film, documentari, palinsesti televisivi, scuole, università, biblioteche, musei, enti pubblici e privati, specialisti e cittadini comuni che avessero una curiosità, una passione, una domanda da porre a quello che è stato definito ‘l’Internet del ‘900’.

Oggi il portale dell’Archivio Luce, la sua interfaccia web, diventa ancora più accessibile: diventa un sito aperto. Un’apertura che si sostanzia su tutti i piani: un rinnovato layout grafico, una migliore

visibilità dei materiali e una maggiore varietà di contenuti, un nuovo concept di ricerca dei documenti.

La prima novità è la visione in qualità migliore dei documenti: oltre 70.000 filmati, e oltre 400.000 fotografie, visibili per tutti da qualsiasi apparecchio, gratuitamente. Un’immersione unica dentro un immenso tesoro di conoscenze, lungo un secolo. Una spettacolare video-biblioteca, alla portata di ogni utente.

Ogni fondo cinematografico e fotografico presenta una descrizione storico-cronologica dettagliata, e tutti i documenti riportano una didascalia con informazioni, crediti, date, su personaggi eventi e luoghi narrati. Uno strumento utile alla comprensione di ciascun documento.

La ricerca si fa più aperta e semplice, grazie ad aree tematiche: macro-sezioni che indirizzano l’utente al campo che più lo interessa - storia, personaggi, arti, politica, sport, spettacolo, attualità etc.

Tutte le singole ricerche rimandano al nuovo Database, che permette di incrociare voci e dati, e comporre una relazione più intuitiva e ricca tra i documenti. Una semplice ricerca porta a una connessione di informazioni, e può farla diventare un viaggio carico di immagini in movimento, notizie, nuove finestre.

La possibilità di comporre playlist personalizzate, e salvarle in una cartella, permette di incamerare la propria ricerca, e proseguirla nel tempo. La ricerca diventa più chiara e precisa tanto per lo specialista quanto per l’utente semplice (si pensi ad esempio agli studenti); per entrambi può essere molto più avventurosa.

Un’altra novità assoluta che va incontro a un pubblico più generalista è la nuova attività redazionale: aggiornamenti quotidiani con richiami a un ‘tema del giorno’, con video/foto-notizie che integrano la cronaca attuale con le immagini d’archivio, in un pendant di attualità e memoria.

Una timeline connette il calendario settimanale con anniversari di particolare significato, ricorrenze o personaggi che in quel giorno sono entrati nella Storia.

E nuova è l’offerta periodica di ‘mini-doc’: brevi documentari originali di 8-10 minuti prodotti dal Luce, che raccontano temi e personaggi particolari, suggestivi, attraverso filmati d’epoca e nuove

riprese. Nel segno della storia dei cinegiornali Luce, una produzione nuova di zecca che proietta la memoria nel presente, e un modo inedito di fare cinema.

Ai mini-doc si accosta la proiezione settimanale di corti e documentari d’archivio di particolare fattura, a firma di grandi autori. I primi a essere on line saranno lavori di Zurlini, Luigi Comencini, Michelangelo Antonioni, e dal film collettivo 9X10 Novanta i corti di Alice Rohrwacher, Pietro Marcello e altri nuovi autori del nostro cinema.

La sezione ‘Polvere d’Archivio’ infine regala al visitatore rare ‘chicche’ di repertorio, dove l’Archivio brilla per vivacità, inventiva filmica, curiosità storica.

Il patrimonio dell’Archivio Luce è in movimento, continua ad arricchirsi con l’acquisizione di nuovi fondi. E straordinariamente ricchi sono i nuovi Fondi visibili sul portale, a cominciare dal Fondo Folco Quilici.

Quilici ha lasciato come nessun cineasta un’opera che lega spazi e tempi diversi, e la capacità ineguagliata di portare cultura e conoscenza del documentario a un pubblico vasto. La sua recente scomparsa ci ha ricordato quanto tutto il mondo ammiri e ci invidi il suo nome. Un nome che resta nel Fondo che Quilici ha voluto lasciare all’Istituto Luce, perché lo conservasse e ne facesse diffusione nel futuro. Il Fondo Quilici è qui: oltre 4000 ore di filmati, in 35 e 16 millimetri, girati in 60 anni, tra il 1950 e il 2010, in quattro continenti: Africa, Asia, Americhe, Europa, dalle profondità magiche delle riprese subacquee di cui è maestro, allo spettacolo dell’Italia vista dall’alto. La digitalizzazione del suo fondo è in corso, il portale dell’Archivio Luce ne presenta una prima cospicua parte. L’avventura continua.

Un altro fondo di grande interesse è quello del regista Mario Canale, un vero atlante del cinema italiano e internazionale dal 1980 al 2000. Il Fondo Mario Canale è unico in Italia, per il suo peculiare contenuto: oltre 500 backstage di film italiani e stranieri, 2000 interviste a registi, attori, tecnici, e decine di ore di reportage dai grandi festival. Il visitatore del fondo può cercarvi i registi che più ama, durante le riprese dei loro film. E trovare Verdone, Troisi, Benigni, Bertolucci, Moretti, Argento, Leone, i Taviani, Monicelli, Scola… come raramente li ha visti.

Per tutti i cinefili, un grandioso ‘extra’ del nostro cinema recente.

A questi materiali si aggiungono i reportage da diverse zone del mondo, tra cui un importante fondo di 500 nastri dedicati alla Russia. E la recente acquisizione di materiali degli anni Settanta – in via di catalogazione - dedicati all’avanguardia teatrale romana, con riprese di spettacoli di creatori come Carmelo Bene e Memè Perlini, o il Festival dei poeti di Castel Porziano.

Un cospicuo Fondo è quello del regista documentarista Mario Gianni, di carattere etno-antropologico. Un lavoro prezioso sulla memoria del mondo in vent’anni di immagini, dal 1989 al 2000, con una corposa dedica alle minoranze etniche raggruppata nella serie ‘Popoli che scompaiono’. Immagini che provengono da tutto il globo: dal Perù al Pakistan, dall’Argentina alla Cecoslovacchia fino a Brasile, Iraq, India, Algeria, Colombia, Mali, Costa Rica, Tailandia, Panama, Birmania e Venezuela. Tra le interviste va segnalata una serie dedicata a personalità della ex nomenclatura sovietica, a dissidenti e ad artisti, militari e scienziati sui temi della guerra fredda, della corsa agli armamenti e al nucleare; su Stalin, Krusciov e Gorbaciov e la dissoluzione dell'Unione Sovietica.

Tra i fondi prossimamente on line sul portale dell’Archivio Luce, sono attesi quello della UIL, e di un uomo di cinema unico, come Silvano Agosti.

Importante quanto il repertorio cinematografico, è il repertorio fotografico dell’Archivio Luce. 431.882 è il numero delle fotografie che il navigatore del sito ha a disposizione per viaggiare nella vita dell’Italia dagli anni ’10 al 2000. Eventi, personaggi, paesaggi, mutamenti sociali. Un mondo da guardare.

Anche il repertorio fotografico si arricchisce di due nuovi grandi fondi. Il Fondo Fotografico Pino Settanni, con gli oltre 60.000 scatti di un artista dei ritratti di cinema e di intensi reportage nel Mezzogiorno d’Italia, nei Balcani e in Afghanistan; un autore che proprio il Luce si sta impegnando a riportare alla conoscenza che merita. E l’intero Archivio di Caio Mario Garrubba, uno dei massimi autori della fotografia del XX secolo, un grande sguardo sociale: acquistato dall’Archivio Storico dell’Istituto Luce nel febbraio 2017, è costituito da circa 60.000 negativi e 40.000 diapositive, oltre ad un gran numero di stampe vintage. Il fondo è in corso di catalogazione e digitalizzazione.

Il portale si presenta infine con una sezione dedicata alle diverse attività dell’Archivio Luce: mostre fotografiche, eventi, convegni, il canale Youtube di Luce-Cinecittà, i documentari in sala. Tutta la dorsale in cui appare evidente come l’Archivio comunica quotidianamente con il pubblico, raccontando per immagini storia e storie nelle più diverse declinazioni, con autorevolezza e creazione.

Due novità infine, diversissime per genere, che fanno la sintesi del rinnovato Portale dell’Archivio Luce.

Un motore di ricerca potenziato, fondamentale per la navigazione in un mare di audiovisivo come quello del Luce. Cioè, con felice paradosso, la possibilità di andare più velocemente alle fonti della nostra memoria.

E il nuovo logo dell’Archivio. Che con un segno circolare, una linea morbida e insieme precisa, è il simbolo più adatto di un sito finalmente aperto, aperto a tutti, chiaro e coinvolgente.

 Uno strumento autorevole, documentato, per ricerche approfondite e insieme appassionanti. Per una platea che va dallo studioso allo studente, dal regista all’aspirante videomaker, dal broadcaster a qualunque cittadino che, da casa, voglia avventurarsi nel racconto della storia, della memoria, delle immagini e dei sogni del mondo in cui viviamo.

 

11/04/2018 - ANACronista / Eventi - eventi
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