“Servo delle mie brame, dimmi chi è il più bello del reame?”

La comica variante antropologica che caratterizza alcuni esponenti della nuova classe di governo è l’antipatia furiosa e insolente che manifestano verso quei gruppi sociali che – al contrario – dovrebbero rispettare, sostenere e rappresentare.

Si pensi all’antropofagia del ministro Brunetta che macina e si sfama, a pranzo e a cena, con una nuova pantagruelica “tartare” di  impiegati dello Stato; si pensi all’ipocondria del ministro dei Beni Culturali che, come sono gli spretati, gli ex-fumatori e – nel suo caso – gli ex-comunisti non riesce a sgrullarsi di dosso il rancore, retrospettivo e inesauribile, per i suoi ex-compagni di militanza, come egli ritiene siano gli intellettuali “proni” e i teatranti “accattoni” ricevuti qualche giorno fa dal Presidente – loro omologo? – Napolitano, alla presenza dello stesso ministro Bondi nei giardini del Quirinale. E qui sorge un dubbio: non saranno l’invidia e il dispetto per il rispetto fiducioso e l’ammirazione calorosa che i proni e gli accattoni hanno espresso nei riguardi del Capo dello Stato a far perdere l’”aplomb” al ministro e a farlo reagire con tanta velenosità?

Viene in mente lo specchio della matrigna di Biancaneve: “Specchio” dice Bondi stringendo l’oggetto tra le mani, “servo delle mie brame, dimmi chi è la più bella del reame?” E lo specchio risponde “tu sei bello o mio Sandrino,  ma Napolitano è più bello di te!”

Ugo Gregoretti

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