Francesco Ranieri Martinotti, presidente dell’Associazione Nazionale Autori Cinematografici, scrive al fondatore del Movimento 5 Stelle in merito alla direttiva sul copyright approvata dal Parlamento di Strasburgo
 
 

Caro Beppe Grillo,

con la votazione definitiva della Direttiva sul Copyright al Parlamento di Strasburgo prevista nelle ultimissime settimane della legislatura (tra la fine di marzo e i primi di aprile) si gioca una partita fondamentale a tutela dell'equo compenso per le opere diffuse sul web: film, canzoni, racconti, saggi, articoli... Il che non è un privilegio accordato a chi lavora nel settore della creatività a danno degli utenti della rete, come si vuole fare credere all’opinione pubblica, ma è un semplice principio di equità nei confronti di chi lavora e vive realizzando opere dell’ingegno. Il provvedimento Europeo introdurrebbe sul web, con molto ritardo, un principio fondamentale di remunerazione secondo il quale quando YouTube, ad esempio, guadagna abbinando della pubblicità alle immagini di un film o alle note di una canzone, gli autori potranno condividere una parte di quegli utili.

Il 13 febbraio la Direttiva sul Copyright, dopo una serie di rimaneggiamenti, frutto di lunghe trattative e difficili compromessi, ha superato la fase preliminare. Il governo italiano ha osteggiato in ogni modo l’approvazione della direttiva insieme a Olanda, Lussemburgo Finlandia e Polonia e ugualmente è previsto il voto negativo in aula delle forze che lo sostengono.

Davvero stupisce la posizione dell'esecutivo italiano in quanto contraddice in modo sorprendente le politiche economiche e sociali di Lega e 5 Stelle. Infatti oltre agli aspetti legati agli autori ve ne sono altri meno evidenti ma altrettanto importanti per la nostra economia.

Primo aspetto: equità fiscale. I sei principali giganti del web tutti insieme hanno pagato in Italia nel 2017 quattordici milioni di tasse, gli autori tramite la Siae di milioni ne hanno versati duecentocinquanta. L'approvazione della Direttiva sul Copyright porterebbe agli autori il riconoscimento di un'equa remunerazione per le opere in circolazione sul web e le relative tasse sugli utili determinati potrebbero come minimo triplicarsi, con un beneficio annuo di almeno cinquecento milioni per l'erario dello Stato.

Secondo aspetto: sostegno alle piccole imprese. Pensiamo che non vi sia sostanziale differenza tra un orefice di Vicenza che immagina, disegna, realizza un gioiello unico e uno sceneggiatore che da un' idea per un film passa al soggetto e alla sceneggiatura. O tra un sarto di Napoli che disegna, taglia e cuce un abito e un musicista che compone e esegue il suo brano. Gli autori sono in definitiva delle piccole imprese che producono beni immateriali. Esse devono essere sostenute e difese come quelle che producono altri tipi di beni.

Gioielli, abiti e altri manufatti potrebbero essere mai offerti gratuitamente in rete? Perché invece i film, le canzoni, i racconti, gli articoli dei giornali possono essere visti, ascoltati e letti sul web senza attribuire un equo compenso ai loro autori?

In quanto autore che vive da sempre della sua creatività queste cose lei le conosce bene, per questo nell’ultima delicatissima fase dell’approvazione le chiediamo di voler prendere una posizione pubblica in favore della Direttiva sul Copyright, affinché l'azione condotta dagli autori ed editori italiani, assieme ai colleghi di tutta Europa, si avvalga anche del suo sostegno per rendere consapevole il nostro governo della situazione.

Cordialmente
Francesco Ranieri Martinotti
Presidente dell’Associazione Nazionale Autori Cinematografici

23/02/2019 - ANACronista / Notizie ANAC
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